10/10/11

Casa

10/10/11
Passando le ore a giocare le ombre cinesi
sul muro di casa cercando gli odori di donne passate di qua.
Le storie di bestie e fantasmi e gatti di streghe
le voglie di un bicchiere di latte caldo prima di spegnere la luce
è lì la mia casa.

La casa, cos'è? Il non luogo che afferra i ricordi, il cumulo spesso di mobili ikea impiallacciati
montati da sè in pomeriggi sudati, la scatola del buonumore
il carrion della felicità che si apre soltanto per noi.
La casa davvero non ce la scegliamo e spesso non s'apre così con festoni e posate d'argento
ma è fatica e ferite e lotte sbagliate.
Perchè se ti resta soltanto il carrion a suonare nel buio frastuono di casa in rovina
non sai più staccartene e diventi tu quella ballerina che sempre ripete le solite mosse sull'onda di una calamita.

Non puoi sempre stare in vacanza, perciò
se il respiro t'avanza nel buio di un corridoio una notte di temporale
è quello il flash che ti postera sulla parete, è l'odore che lasci nell'aria
è quel libro che resterà aperto e per quanto ancora non so, ma lo finirò.

Rivolta d'amore

Sul fondo della propria precarietà sentimentale
è lì che s'agita il fantasma anarchico della rivolta
della libertà
della disperazione
delle urla sotto casa e dei pianti sottintesi, attesi e liberatori e inespressi
lacrime discrete
discretamente salate
ballate sudicie come un pozzo di sentina della nave naufraga
dei nostri domani indecenti e senza luce.
La rabbia dei cortei, dei cortili
il fumo delle malboro che fa da contraltare assurdo agli arcobaleni
eppure
da qualche parte bisogna pur cominciare
in qualche modo bisogna pur palpitare d'amore
e poco importa se le cosce sono part-time.
Eri d'un altro uomo
o non sei più mia, che importa. Sei come la signorina libertà, che c'è concessa soltanto
di tanto in tanto
come un fiore notturno ed io
spegnerei il sole per vederlo. Ti rapirei.
Le tribune televisive, le prigioni dei centri commerciali, le discoteche fast-food
questa notte, dove sei tu?
C'è nell'aria odore di rivolta, c'è nell'aria una trasformazione che non sai
dove porterà. C'è la classe operaia
c'è la classe precaria
c'è l'esercito d'amore a rate, d'amore immaginato, postdatato.
Ci sono pietre che volano, bandiere che sventolano e sanguinano,
chitarre e tastiere di pc. Ci sono io che urlo slogan
e urlo che
ti vorrei almeno un po' per me.
Seduto in fronte a te al ristorante o in coda senza soldi tra la gente,
il sole sugli scogli di levante o in cerca di un futuro concludente.
C'è stato un mondo in cui si poteva sognare, ci furono notti con te senza sonno per scelta.
La rivolta è l'amore, la lotta e il sangue.