10/10/11

Rivolta d'amore

10/10/11
Sul fondo della propria precarietà sentimentale
è lì che s'agita il fantasma anarchico della rivolta
della libertà
della disperazione
delle urla sotto casa e dei pianti sottintesi, attesi e liberatori e inespressi
lacrime discrete
discretamente salate
ballate sudicie come un pozzo di sentina della nave naufraga
dei nostri domani indecenti e senza luce.
La rabbia dei cortei, dei cortili
il fumo delle malboro che fa da contraltare assurdo agli arcobaleni
eppure
da qualche parte bisogna pur cominciare
in qualche modo bisogna pur palpitare d'amore
e poco importa se le cosce sono part-time.
Eri d'un altro uomo
o non sei più mia, che importa. Sei come la signorina libertà, che c'è concessa soltanto
di tanto in tanto
come un fiore notturno ed io
spegnerei il sole per vederlo. Ti rapirei.
Le tribune televisive, le prigioni dei centri commerciali, le discoteche fast-food
questa notte, dove sei tu?
C'è nell'aria odore di rivolta, c'è nell'aria una trasformazione che non sai
dove porterà. C'è la classe operaia
c'è la classe precaria
c'è l'esercito d'amore a rate, d'amore immaginato, postdatato.
Ci sono pietre che volano, bandiere che sventolano e sanguinano,
chitarre e tastiere di pc. Ci sono io che urlo slogan
e urlo che
ti vorrei almeno un po' per me.
Seduto in fronte a te al ristorante o in coda senza soldi tra la gente,
il sole sugli scogli di levante o in cerca di un futuro concludente.
C'è stato un mondo in cui si poteva sognare, ci furono notti con te senza sonno per scelta.
La rivolta è l'amore, la lotta e il sangue.