"Lettere da un ammutinamento" è diventato un libro, pubblicato da HabanerO Edizioni, presentato lunedì 19 e da settembre in libreria.
Questo blog resterà aperto, come testimonianza del processo che ha portato alla nascita del libro, ma non verrà più aggiornato.
Knulp (cioè io, cioè Simone Sciutteri) andrà avanti a scrivere, con tempi e modi tutti da scoprire, qui: BuenaVistaSocialPub
27/08/13
28/04/13
Rapsodia salseña
28/04/13
Comandante compañero
oramai sei su muri e su magliette
certo ti vanno un po' strette tutti questi slogan e
questa celebrità.
Vedessi ora la tua città
sempre in lotta con il mare che si disfa e si rifà
a ogni onda
a ogni risveglio
sempre fiera e colorata, diroccata
cade a pezzi come scheletro che balla
e perde ossa sulla pista di una salsa
passa un cane e li riporta e si rimonta
dopo ogni giravolta sensuale.
C'è sempre quest'odore di salsedine e di rum
c'è sempre tra le case e in mezzo ai campi
uno spirito che vaga: sei tu
comandante compañero? O sono io?
Alla ricerca dei miei sogni, di ideali da salvare,
di racconti da scoprire tra le rughe di quel vecchio
che sull'uscio gioca a domino o agli scacchi.
C'è un odore di tabacco, un sentore trasparente,
un respiro fatiscente ed affannoso, il sorriso
di un bambino che gioioso corre al mare.
Fra quei monti ho faticato, ho inseguito il tuo passato
ed il presente mi sfuggiva a ogni lato, a ogni ballo.
Tutti dicon che capire non si può
se nel mito non sei nato, che ora fiaba un po' sgualcita
si dispiega alla deriva dentro a un mondo sempre ostile.
Ed io mi chiedo, come fanno a aver paura?
C'è la lotta quotidiana, chi la fa con la sottana o col machete,
chi ci crede e chi si astiene. Chi si oppone e però
un po' si scompone se gli chiedi di spiegarti.
C'era odore di cantina, c'era luce cristallina che guizzava
sopra il mare dei Caraibi, c'era musica nel sangue di mulatta
che volteggia passo passo, come un mantra ti tratteggia
il tuo futuro tanto che non vedi più oltre quel ballo
come Ulisse senza cera nelle orecchie.
C'era fumo nel locale, c'era nebbia tra le piante di banano.
C'era un'auto parcheggiata da cent'anni e un anno dopo
è ancora là, come vecchia che di morte non ne vuol sentir parlare.
Quando ho visto quei tuoi fianchi dondolare mi son chiesto
come ho fatto ha immaginare la mia vita prima di passar di qua.
Comandante compañero, non ti so proprio spiegare quello che non so
capire e raccontare. Tra le nuvole grigiastre di un Cohiba
senti odore di romanzo verosimile, ma tu forse già sapevi.
Quel tuo amico è ancora lì, ma cos'altro sia rimasto non lo so,
nelle foto, i manifesti, dentro ai cuori degli onesti.
Le puttane che ogni sera si nascondono in penombre affusolate,
i pescatori, i monumenti, le adunate.
C'era un rio, ch'era dolce come il miele e le sue acque
ti rimangono attaccatte sulla pelle è un melenso sortilegio.
E, comandante compañero, io davvero non so dire cosa sia,
ma ad ogni passo sulla terra che il tuo passo ha liberato
sono sempre prigioniero un po' di più di questa vecchia meretrice
che sdentata mi sorride malinconica ed è bellissima e innamorata.
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08/03/13
Generazione
08/03/13
Non c'è più tempo è forse troppo tardi per urlare
Dopo tanti sussurri e forse ci abbiamo provato
Ma andavi in piazza per farti dire bravo per farti bastonate per farti ascoltare da nessuno.
È morto Pertini, è morto Berlinguer e Bertinotti è invecchiato troppo in fretta
Finiti in cantina i diablo e gli arcobaleni e resti lì
Ricordandoti di quando conquistavi le ragazzine coi gettoni alle cabine la cornetta unta di vecchio che singhiozzava le parole ed i numeri che ancora ricordi e reciti a memoria. Gli appuntamenti al solito posto che sempre trovavi qualcuno senza bisogno di un messaggio.
Dopo tanti cartoni animati come possiamo non credere alle fiabe? Però, a dire il vero, ricordo solamente le sigle di chiusura.
E siamo ancora eternamente stereotipati, prodotti di epoca chernobyliana e televisiva, e abbiamo fatto la fine dei compact disc:
lanterne od orologi o decorazioni kitsch nei negozi delle stazioni provinciali di cui non ricordi mai il nome tanto sono tutte uguali.
E quando provi a regolarti quando provi a farti spazio negli apparati e a non appartarti sei già troppo vecchio o ancora troppo giovane.
Ma non vedete la mia stempiatura? Non capite che non posso più essere la mia controfigura fluorescente trasparente?
E allora ammutinati nello spirito sugli autobus del mondo
Sudici appartati seduti nelle file in fondo eternamente in gita scolastica
Con il nostro bonario otto in condotta, la pena ridotta, non possiamo neppure sentirci davvero cattivi e colpevoli senza sembrare goffi imitatori di John Lennon o Kerouac e quindi leggiamo anche Tolkien e Bukowski e partiamo esuli. Ci hanno creato un immaginario perpetuo completo perfetto e lo mungono e lo sappiamo
E ce ne stiamo e ammutiniamo dentro a mari solo nostri, autoreferenziali, che ondeggiano fra coste di due mondi differenti, senza spiaggiare, senza arrivare.
Ma noi ci abbiamo provato, siamo andati in giro davvero sciamando nel mondo senza pretese da eroi e non importa se "una volta era meglio", noi ci siamo voluti bene per davvero che tanto nessuno ha fatto carriera e ci siamo odiati senza rancore e non ci siamo venduti a qualche ideale di cartapesta e se non ci importa abbiamo ragione e abbiamo capito, prima di voi, meglio di voi, che il mondo è davvero tutto qua e nessuno l'ha mai tenuto in mano per davvero e, a modo nostro e solo nostro, siamo sopravvissuti dominando ed affogando quel senso di vuota nullità, accettato senza ipocrisia.
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Naufragio
13/01/13
Blues dell'uomo di legge
13/01/13
Ho un amico avvocato
svenuto per troppa virtù, è un prodotto perfetto
della schiavitù liberal-capitale. Lui è un buono
si vuole ammazzare di lavoro per potersi pagare un bel funerale
e non pesare sui conti correnti dei parenti che lo piangeranno.
Mi scappa, di corsa, non molla un istante la borsa di pelle
con i documenti: è piena di eventi, avventi, parenti serpenti,
divorzi, di diversi vizi e di malefatte di tizi
che sanno soltanto invocare pietà sul suo sangue di povero praticante.
Però non è giusto - vorrei spiegargli - che lotti allo stremo
per gente che non c'entra niente con quel che sarà la sua felicità
che per ora è virtuale
"ma appena sarò sistemato, vedrai che li manderò tutti a cagare
ed allora davvero coi soldi potrò ricomprare un poco del tempo sprecato".
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12/01/13
Pigrizia
12/01/13
Cos'è poi passare a casa un sabato pomeriggio immaginario festoso giorno
e vedi le immagini e immagini come sarebbe però non ti alzi e non esci
cresci così in senso di responsabilità o codardia che spesso sono sovrapposte
come nel sesso.
Era più facile una volta ma non ricordi quando
e quanto si spendeva per due birre ed un panino ed ora
non fai che ignorarlo seduto davanti a te stesso
lo specchio non serve ti vedi nei volti che scorrono su schermi ultrapiatti
i fatti son questi e non osi nemmeno pensarli
non osi cambiarli e ti dici che sei
responsabile invincibile molto più malleabile di quando
integralista non volevi mai il tuo nome sulla lista
della discoteca ed andavi soltato ai concerti ska punk dentro agli scantinati.
Sei vecchio come il mondo che hai intorno
e sei stufo non vuoi più ripetere quella litania postdatata
della gioventù perchè non sei tu oramai
e nella libreria ci rivedi soltanto la tesi di laurea e testi
di vecchia poesia minimale però meno male che ancora ti resta qualcosa da leggere
mentre volano ore leggere e ti stacchi come un petalo spicca e ti adagi leggendo
la vita che resta.
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