19/11/10

Parentesi (Gli Amanti)

19/11/10
E ci mangiamo i giorni
un blister dopo l'altro.
Dove finiremo rapinando le banche per gioco?
Avvolti nei gusci metallici di auto abbandonate.
La sveglia tra poco suonerà
ed io non mi alzerò.
Possiamo riporre se vuoi i ricordi nel doppio fondo del cassetto dei telecomandi
e accendere sigarette coi fiammiferi di scheggia delle nostre ossa frantumate.
Nella stanza dello squat londinese
c'è il poster di un soldato in Afghanistan
ed anche questo è un segno
dei tempi.
Il refolo d'aria sospeso sul ciglio della finestra
suicida nell'aria aperta che casca sibilando come un vaso od un grattacielo
sei tu giù in strada che pronto a raccoglierlo anche stavolta ti scanserai?
Frattanto ti sei preoccupato
di comprare dell'acqua Vichy
per la festa del tuo battezzando nonnino
tornato dal regno dei morti con l'ultimo shuttle.
Era un vecchio operaio d'altri tempi, ricordo.
Con la tutablu protestava un futuro
nel presente compresso un decollo e volare
nel blu dipinto di blu
scrostato oramai.
Adesso mi dici che canto
il disincanto soltanto dei giorni avvenire
che lodo l'eterno fuggire e il dolore del non ritornare.
Però non lo sai che io e lei
ci cibiamo di grandi poesie che sappiam solo noi
che son piene di eroi affascinanti
le cantiamo ogni sera sul fondo di stelle filanti
lanciate all'insù nel riverbero azzurro del fumo del gas di caldaie che scaldano il cuore
e la notte che muore ogni ora allo sbattere d'ali di palpebre
che fanno esclamare e un po' mi vergogno
"ma come ti guarda"
e mi sembra di vivere un sogno.
Dovrei caricar la pistola, lo so. E guardar sorridendo la canna fumante.
Ma tra un colpo e l'altro
tra un blister e l'altro
mi devi lasciare il tempo di farmi così.
E se il tempo non può contenere ogni cosa
come puoi comandare ch'io riesca a curarle
tra le mie poche righe?
Che sono soltanto piccoli naufragi interstellari.