28/02/11

Non c'è più campo

28/02/11
I treni brutti dai pavimenti consunti e il linoleum è amico mio
il pavimento degli ospedali, cattedrali
con vista mare a un osso rotto per metro quadro.
Non avremo da mangiare nelle notti a passeggiare stusciandoci
contro serrande abbassate sui nostri occhi gonfi di lacrimogeni e ilarità.
Appesi ai pali della luce, come stracci come bandiere
i nostri sogni sventoleranno fra le cambiali
nell'ufficio degli oggetti smarriti all'aeroporto Domodedovo.
Ed ex novo troveremo il modo
di sorprenderci con poco più di uno stuzzicadenti.
Che ci parliamo lungo gomitoli stendendoli per chilometri
che non ci bastano le strade e ci ascoltiamo
con l'orecchio nel bicchiere di plastica dei nostri compleanni elementari
con il nome in pennarello e quello dell'amico che non ricordo più.
E già ce lo diceva PPP che sarebbero cresciuti
ciclamini sui confini
sulle linee gotiche delle fabbriche dismesse
della nostra resistenza interrotta per mancanza del nemico
fuoco amico fra di noi
che quei gomitoli ha bruciato.
Non mi rispondi più
non c'è più campo,
non c'è più tempo.